C’è chi lo ama liscio e chi lo preferisce shakerato, in un buon cocktail. In ogni caso, il Whisky ha sempre una storia da raccontare. Vuoi scoprire quindi quali sono i migliori cocktail al Whisky, le differenze tra le varie tipologie e come servirli nelle occasioni più adatte? In questa guida troverai ricette iconiche, consigli di degustazione e idee per esaltare al meglio ogni sorso!
Migliori cocktail con Whisky: ricette, abbinamenti e abbinamenti sorprendenti
Shaker in mano, ecco una guida ai drink a base di Whisky che hanno fatto scuola: ricette iconiche, consigli su quando servirli e spunti per abbinarli al meglio. Un riferimento pratico per orientarti tra i mix più amati!
Old Fashioned
Elegante, essenziale, senza tempo: l’Old Fashioned è una delle più antiche ricette di cocktail giunte fino a noi, nata nell’Ottocento e diventata un simbolo della miscelazione classica. Bastano pochi ingredienti - bourbon americano o whisky scozzese, zucchero, angostura e scorza d’arancia serviti con ghiaccio - per ottenere un drink iconico.
E con l’Aberfeldy Highland Single Malt Scotch Whisky 16 Years, il profilo si fa più rotondo e avvolgente, grazie al perfetto equilibrio tra dolcezza e piccantezza.
Ideale da gustare in abbinamento a sapori decisi ma ben bilanciati: scaglie di Parmigiano Reggiano, una tagliata di manzo o frutta secca o candita.
Manhattan
Il Manhattan nasce nella seconda metà dell’Ottocento e, con il tempo, conquista un posto di rilievo tra i grandi classici della miscelazione internazionale. Il cinema ne amplifica il fascino, rendendolo riconoscibile per l’eleganza della coppetta e il colore ambrato.
La ricetta prevede una base di bourbon o rye whiskey, un’aggiunta di vermut dolce e un paio di gocce di bitter, per un risultato bilanciato tra dolcezza, intensità e note amaricanti.
Utilizzando il Jack Daniel’s Tennessee Whiskey, il profilo si arricchisce di struttura e morbidezza: emergono sentori di vaniglia, frutta secca e legno tostato, mentre al palato spiccano sfumature di caramello, banana, caffè e liquirizia.
Perfetto all’aperitivo, ma adatto anche al dopocena, accompagna con disinvoltura salumi nobili, formaggi semistagionati, olive taggiasche e anche il cioccolato fondente, per chiudere in bellezza con un contrasto pieno e aromatico.
Irish Coffee
Un grande classico dell’inverno, ma ottimo anche come chiusura alternativa di un pasto: l’Irish Coffee unisce zucchero, caffè lungo, whiskey irlandese e panna appena montata. Il risultato? Un drink caldo e confortevole, che sa di casa.
A renderlo ancora più interessante ci pensa il Jameson Black Barrel Whiskey: il suo profilo tostato, con aromi di caramello, nocciola, spezie dolci e vaniglia, si sposa perfettamente con l’amarezza del caffè, regalando un sorso avvolgente e persistente.
Da provare assolutamente con il tiramisù, la torta di nocciole, i biscotti di frolla o una fetta di tenerina al cioccolato.
Whiskey Sour
Emblema dei cocktail a base di whisky, il Whiskey Sour conquista per la sua anima rinfrescante e l’equilibrio perfetto tra acidità e dolcezza. Nato nell’Ottocento, è oggi protagonista degli aperitivi più contemporanei e si realizza con una miscela di succo di limone, zucchero e, opzionalmente, albume d’uovo.
E per chi desidera un sorso più intenso e strutturato, il Nikka Whisky From The Barrel “90th Anniversary” rappresenta una scelta ideale: un’etichetta giapponese dal carattere deciso, che sorprende per la sua finezza e complessità.
Ottimo con i formaggi stagionati, ma anche con le carni rosse grigliate o affumicate e il cioccolato fondente.
Mint Julep
Originario degli Stati Uniti del Sud, il Mint Julep richiama l’idea di un drink fresco, perfetto nelle giornate più calde. Menta e zucchero vengono delicatamente pestati nel bicchiere, poi si aggiungono ghiaccio tritato, acqua e whiskey.
Aggiungendo il Whisky Glenmorangie “The Original”, il cocktail acquista una nuova dimensione: le sue note morbide di miele, vaniglia, pesca gialla e albicocca arrotondano il sorso e rendono la freschezza della menta ancora più vibrante.
Servilo a pranzo o a cena, in abbinamento a piatti leggeri e saporiti come le bruschette al pomodoro, il prosciutto crudo con melone o una semplice caprese.
Tipologie di Whisky: stili e caratteristiche delle sei grandi aree di produzione
Per orientarsi nella scelta del miglior Whisky per i tuoi cocktail, ecco una panoramica delle diverse tipologie di questo celebre distillato! Gli elementi che definiscono le principali tipologie di Whisky sono essenzialmente tre, strettamente connessi tra loro: la base cerealicola (orzo, mais, segale, frumento, ecc.), il metodo di distillazione e invecchiamento, e l’area geografica di produzione.
Proprio quest’ultima ha dato origine a sei grandi espressioni, riconosciute a livello internazionale:
- Scotch Whisky: legato per definizione alla tradizione scozzese, si declina in una varietà di stili - dai distillati torbati a quelli più morbidi e fruttati - a seconda dell’area di provenienza e in diverse tipologie, come il Single Malt, il Single Grain, il Blended Malt, il Blended Grain e il Blended, determinate dalle materie prime impiegate e dal processo di lavorazione.
- Irish Whiskey: conosciuto soprattutto per la tripla distillazione, che ne accentua la morbidezza e la pulizia aromatica, può presentare note fruttate o speziate. Tra le principali tipologie troviamo il Single Malt, il Single Pot Still e il Blended.
- American Whiskey: include diverse tipologie, come il Bourbon, noto per le sue note dolci e vanigliate, lo Straight, con un profilo strutturato, il Rye, più secco e speziato, e il Tennessee, ammorbidito dal tipico filtraggio con il carbone di legno d’acero.
- Japanese Whisky: nato seguendo l’impostazione scozzese, ha sviluppato nel tempo una personalità autonoma. È raffinato, equilibrato, costruito con estrema precisione e grande attenzione al dettaglio.
- Australasian Whisky: prodotto principalmente in Australia e Nuova Zelanda, si distingue per la varietà di cereali utilizzati, i metodi di distillazione innovativi e gli approcci sperimentali all’invecchiamento.
- European Whisky: un panorama in forte espansione, con produzioni di qualità in paesi come Francia, Svezia, Germania e Spagna. Spesso si sperimenta con materie prime locali e stili non convenzionali, dando vita a espressioni originali e sorprendenti.
Whisky o Whiskey? Origini, differenze e storia del distillato
Il termine whisky o whiskey non è solo una variazione linguistica, ma racconta molto delle origini geografiche e delle tradizioni di questo celebre distillato. La grafia senza “e” – whisky – è tipica della Scozia, del Giappone e del Canada, mentre quella con la “e” – whiskey – viene utilizzata soprattutto in Irlanda e negli Stati Uniti.
Una storia che comincia tra Irlanda e Scozia, anche se le sue origini restano tuttora avvolte nel mistero, sospese tra leggende e testimonianze frammentarie; quel che è certo è che, agli inizi, veniva impiegato prevalentemente per scopi medicinali.
Nei secoli, questo distillato ha saputo adattarsi ai luoghi che lo hanno accolto in ogni angolo del mondo, assorbendo dalle materie prime e dalle tecniche locali caratteristiche sempre nuove: dalla rotondità vellutata delle bottiglie irlandesi, fino all’equilibrio armonico delle produzioni giapponesi.
Oggi vive in due anime complementari: quella meditativa, da sorseggiare in purezza, e quella creativa, da cui sono nati drink entrati nella storia della miscelazione.
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