Uno sguardo in cantina: gli enologi si raccontano

UNO SGUARDO IN CANTINA: GLI ENOLOGI SI RACCONTANO

C’è una cosa che accomuna Andrea e Gianfranco, enologi di Giordano Vini: la passione per il vino. È sempre bello incontrare persone che amano quello che fanno, ed è un piacere ascoltare le parole di chi ha trasformato in lavoro qualcosa che ama profondamente.

Abbiamo incontrato i nostri enologi nel loro magnifico ufficio: le nostre Cantine Storiche.

Raccontaci la tua Giordano: quando hai iniziato a lavorare qui e come è cambiata l’azienda negli anni, vista dalla cantina?

Enologi in Giordano Vini: Gianfranco RepellinoGIANFRANCO: Ho iniziato a lavorare in Giordano nell’85. Era tutto molto diverso, l’azienda era più piccola, a conduzione famigliare. I vini erano pochi e solo piemontesi. Come è cambiata la Giordano nel corso degli anni? È cambiato tutto, non solo le nostre Cantine. Il mondo del vino, intendo, è cresciuta l’attenzione per i dettagli in tutte le fasi della vinificazione, è cresciuta la conoscenza del vino da parte dei consumatori.

ANDREA: Sono entrato per la prima volta in cantina nel ’92. Il cambiamento principale, mi riallaccio a quello che stava dicendo Gianfranco, è legato alla qualità. Non solo in Giordano, la qualità del vino è cresciuta, migliorata a 360 gradi in tutte le cantine italiane. È aumentata la conoscenza del vino da parte dei consumatori, ed è aumentata in maniera esponenziale la qualità del prodotto lavorato in cantina. Ci si è concentrati sempre di più sul preservare la qualità delle uve, le caratteristiche proprie dei vitigni, per poi trasferirle in bottiglia. A una qualità tale si arriva lavorando prevalentemente in vigna, come è stato fatto con costanza nel corso degli anni, e solo in misura minore in cantina. L’obiettivo è semplice: meno operazioni fai in cantina, più preservi le caratteristiche qualitative dell’uva; in questo modo si aumenta naturalmente la qualità del prodotto.

GIANFRANCO: Aggiungo soltanto una cosa: è aumentato l’utilizzo del legno. È migliorato l’affinamento dei vini nel legno. Si sono intensificati gli studi in materia, quindi si è capito come lavorare in modo più proficuo e come rendere sempre più apprezzabili affinamento e invecchiamento in barriques.

ANDREA: Giusto. Una volta le cose si facevano in un certo modo perché così recitavano i tomi di enologia, ora invece si comprende meglio come il legno interviene sul prodotto. Si lavora in modo più consapevole e mirato.

GIANFRANCO: Che cosa è cambiato negli anni in una parola? La qualità. Ed cambiata in meglio.

Qual è la vostra giornata tipo? Che cosa fanno ogni giorno gli enologi Giordano?

Enologi Giordano Vini: Andrea MorraGIANFRANCO: Una cosa molto semplice e molto difficile al tempo stesso: controlliamo la qualità dei vini.

ANDREA: Il vino è un prodotto vivo, in continua evoluzione. Un enologo non deve far altro che degustare e seguire la crescita di questo prodotto.

GIANFRANCO: Vero, il vino è dinamico, cresce, cambia, matura. Sta a noi enologi seguire questo processo, fino a scegliere il momento migliore per metterlo in bottiglia.

ANDREA: Al vino ci si affeziona. Lo vedi crescere un po’ come un figlio, quando fai questo lavoro. Arrivi a conoscere tutti i suoi aspetti positivi, ma anche le sue debolezze, i suoi punti di forza e le sue fragilità. Una giornata tipo? Stare in cantina a degustare vini.

GIANFRANCO: È importante anche il lavoro in vigna e il lavoro con i conferitori storici delle uve. Abbiamo costruito relazioni solide, scelto collaboratori che hanno a cuore il vino proprio come noi. Come diceva prima Andrea, il vino non sarebbe un buon vino se l’uva non fosse una buona uva. Tutto parte da lì, dalla vigna. Controllare che ci sia rispetto e che ci sia qualità fin dalla vigna è fondamentale. Una parte davvero importante del nostro lavoro.

ANDREA: Per un enologo è importante conoscere l’evoluzione del proprio vino. Questo significa continuare le degustazioni dalla cantina alla bottiglia, per scoprire come evolve nel tempo. Non ci si deve chiudere in cantina. Un enologo deve mantenere un confronto aperto con il mondo enologico, non soltanto con la propria realtà.

Enologi in Giordano Vini: degustazioni quotidiane

Quali caratteristiche devono avere uve e vini per meritare l’etichetta Giordano?

GIANFRANCO: I nostri vini sono frutto di un’attenta selezione prima di tutto in vigna, nei territori dei nostri fornitori storici. Dopo la vendemmia vengono assemblati, degustati e affinati in modo da poter offrire ai nostri clienti la qualità migliore dei vini italiani, quotidianamente.

ANDREA: Quali caratteristiche deve avere un vino per diventare un vino Giordano? Direi soprattutto qualità e rispetto delle caratteristiche primarie dell’uva

GIANFRANCO: Dell’uva e anche dei territori.

ANDREA: Certo. Le uve devono avere identità, devono avere carattere, tutte qualità che possono far proprie solo nel caso in cui siano espressione di territori trattati con rispetto, esperienza e passione.

GIANFRANCO: Può sembrare strano, ma il vino deve essere un ritorno alle origini. L’uva lascia il proprio territorio, arriva in cantina, diventa vino, e diventando vino restituisce in bottiglia la personalità e il carattere del territorio che l’ha vista nascere e maturare e andare incontro alla vendemmia.

ANDREA: Un vino Giordano vuole essere questo. Un buon vino, fatto con buone uve, con una storia di passione da raccontare.

GIANFRANCO: Ogni giorno.