Pinot Nero: storia, caratteristiche e abbinamenti ideali

Probabilmente, il vitigno più famoso del mondo.

Pinot Nero: storia, caratteristiche e abbinamenti ideali

Data Pubblicazione: 28/05/2025

Non è esagerato affermare che il Pinot Nero è il vitigno a bacca rossa più famoso del mondo. Nato secoli fa in Francia, nella Borgogna, ha trovato un terroir favorevole anche nei Paesi più lontani, conquistando il settore con i suoi aromi fruttati e i tannini setosi.
Vuoi saperne di più su questo vino? Leggi la guida al Pinot Nero e preparati a dare vita ad abbinamenti indimenticabili!

 

Tra leggerezza e tenacia: le caratteristiche del Pinot Nero

 

Diffuso tanto in Europa quanto nel Nuovo Mondo, il vino Pinot Nero assume tratti organolettici diversi a seconda del terroir nel quale cresce (nonché dello stile di vinificazione), sviluppando così un’identità territoriale apprezzata da esperti ed estimatori. Uno dei suoi punti forti, infatti, è proprio quello di riflettere in modo netto le caratteristiche del luogo dove viene prodotto, regalando così al mercato un ampio spettro di caratteristiche.

Tra quelle più comuni nei vini del Vecchio Mondo spiccano un colore rubino acceso e aromi delicati di frutti di bosco e fiori, che denotano la gran parte dei vitigni appartenenti a questa varietà. Al palato si può godere di un sorso elegante e di tannini consistenti, che comunque non impediscono a questo vino di essere piuttosto beverino. In genere si possono percepire anche note terrose e una sfumatura acidula.

Degni di nota sono anche i Pinot Nero del Nuovo Mondo - come, per esempio, quelli prodotti negli Stati Uniti, in Australia, in Nuova Zelanda e in Sud America - che presentano sfumature diverse per via di un clima tendenzialmente più caldo rispetto alle regioni europee. Questo dettaglio (nonché la tendenza ad affinare i vini in botti di rovere) dà vita a prodotti più profondi e corposi, sebbene spesso venga mantenuta una nota acidula dovuta alle altitudini presenti in alcuni di questi Paesi.

 

 

I migliori Pinot Nero secondo Giordano: etichette da acquistare e abbinamenti consigliati

 

Il Pinot Nero francese è probabilmente il vitigno più noto al mondo, da tempo celebrato da appassionati e da enologi. Negli ultimi anni stanno però salendo alla ribalta anche le versioni del Nuovo Mondo, grazie a sfumature organolettiche ammalianti e a un gusto appagante. Stai cercando il miglior Pinot Nero per la tua prossima cena? Ecco 3 etichette internazionali, più una versione in bianco da non perdere!

 

Barramundi Pinot Noir

 

Eccellente esempio di Pinot Nero in chiave australiana, questo Barramundi Pinot Noir è un vero must have per chi apprezza i rossi dagli aromi ammalianti e dall’indole vivace e beverina. Tutti tratti che questa etichetta porta con sé, sfoggiando nel calice non solo un bellissimo colore rosso rubino acceso, ma anche un bouquet che profuma di fragole, ciliegie, lamponi e sottobosco. All’assaggio è altrettanto fruttato, arricchito da una sfumatura vanigliata che dona morbidezza alla degustazione.

I migliori abbinamenti con questo Pinot Nero sono quelli con primi piatti dai sughi corposi o altri piatti dai sapori avvolgenti. Provalo per esempio con una lasagna alla bolognese o una pasta al ragù, oppure con ravioli di carne, timballi di pasta o una fumante polenta con spuntature di maiale.

 

"Moko Black" Marlborough Pinot Noir

 

Terra giovane, ma molto promettente dal punto di vista enologico, la Nuova Zelanda è un portento per quanto riguarda i bianchi prodotti da Sauvignon Blanc. Per quanto riguarda invece i rossi, è il Pinot Nero il suo vitigno preferito.

Ne è un esempio perfetto questa bottiglia di "Moko Black" Marlborough Pinot Noir, un’etichetta che vale la pena stappare con primi piatti dal gusto deciso come pappardelle al ragù, agnolotti di carne e cannelloni. La sua capacità di affiancarsi bene a questi piatti è dato dal perfetto bilanciamento tra sentori intensi e note raffinate.

All’olfatto spiccano i profumi di frutti di bosco tipici del vitigno, arricchiti da un accenno speziato di pepe bianco e chiodi di garofano. Al palato è mediamente strutturato e leggermente legnoso, grazie all’affinamento in botti di rovere.

 

Pinot Noir Saurus Special

 

Ultimo tra i rossi di questa rassegna è il Pinot Noir Saurus Special, un prodotto che porta in alto la fama della Patagonia all’interno del panorama enologico mondiale. Il nome potrebbe far pensare a un vino poderoso, quasi pesante, quando invece il naso può godere di aromi leggeri e gradevoli di lamponi e fragole. Al palato i tannini sono delicati, mentre l’accenno gradevole di acidità sul finale crea un equilibrio magistrale tra morbidezza e freschezza.

Se vuoi sapere cosa abbinare al Pinot Nero della Patagonia, puoi andare sul sicuro con i piatti di carne tradizionali, come brasati, arrosti di manzo, bistecche e spezzatini.

 

Champagne Blanc de Noirs Brut

 

Sarebbe un errore - o quanto meno una generalizzazione - attribuire al Pinot Nero solo il merito di aver dato vita ai rossi più noti e pregiati al mondo. Questa varietà viene infatti impiegata anche per la produzione di rosé e spumanti degni di nota, tra cui questo Champagne Blanc de Noirs Brut.

L’uso di Pinot Nero in purezza, conferisce all’etichetta una qualità organolettica che si sente tanto all’olfatto quanto al palato. Prodotto da vitigni di oltre 50 anni coltivati secondo i principi dell’agricoltura biologica e biodinamica, questo vino conquista l’olfatto con vivaci sentori minerali, una dolce sfumatura di biscotto e un delicato accenno di frutti di bosco tipico del vitigno. La sottile effervescenza completa la degustazione con una nota raffinata,  che in tavola trova spazio accanto a preparazioni altrettanto delicate di terra e di mare, come petto di pollo o tacchino accompagnato con una salsa ai frutti rossi, un filetto di branzino al forno, capesante gratinate o primi leggeri ai frutti di mare.

 

Le principali zone produttive del vitigno

 

pinot nero caratteristiche e abbinamenti

 

Una caratteristica che emerge sempre quando si parla di Pinot Nero è il suo carattere “difficile”, che lo rende meno adattabile di quanto la sua diffusione intorno al mondo farebbe immaginare. Questo vitigno chiede infatti climi particolari per prosperare senza problemi. I suoi grappoli fitti espongono gli acini a muffe e parassiti, motivo per cui questa varietà apprezza i climi freschi e ventilati, privi di umidità. Fortunatamente ha trovato queste condizioni in molte aree vinicole del Vecchio e del Nuovo Mondo:
 

  • Francia: diffuso soprattutto nella Borgogna dove il clima continentale regala temperature fresche e un apporto di sole moderato. I terreni calcarei conferiscono ai vini strutturati e corposi della regione un tocco di mineralità e acidità. Il Pinot Nero è molto coltivato anche nella Champagne, usato per conferire corpo, eleganza e ammalianti sfumature di frutti di bosco all’omonimo spumante.
     
  • Germania: grande produttrice di Pinot Nero, questa nazione chiama questo vitigno con il nome Spätburgunderm. Il clima continentale freddo rende necessario coltivare i vigneti nelle zone più soleggiate, mentre i terreni variegati (calcare, ardesia, arenaria e loess) danno vita a stili diversi. Il Pinot Nero tedesco è elegante, caratterizzato da aromi potenti di frutti rossi, tannini moderati e una punta acidula.
     
  • Italia: introdotto nel XIX secolo, qui il vitigno dà ottimi risultati soprattutto in Alto Adige, una zona che garantisce temperature fresche, mitigate dalle brezze del Garda, una buona esposizione solare e terreni ricchi di argilla e calcare. Altrove è coltivato in Lombardia per la produzione di spumanti Metodo Classico, Veneto e Toscana, ma riesce a prosperare anche in Sicilia, lungo le pendici dell’Etna, dove le altitudini compensano le temperature calde della regione. In generale il Pinot Nero italiano è fruttato e piuttosto leggero.
     
  • Nuova Zelanda: le regioni più fresche del sud permettono una corretta coltivazione del vitigno, che assume sfumature più vibranti e potenti grazie a temperature più alte rispetto alla gran parte delle zone vinicole europee. Oltre ai classici sentori fruttati, i bouquet di questi vini accolgono note speziate, talvolta erbacee e terrose. I tannini sono presenti, persistenti, ma non eccessivi.
     
  • Australia: malgrado un clima tendenzialmente caldo e arido, questo Paese conserva regioni meridionali fresche, che offrono le condizioni ideali per il vitigno. La lenta maturazione dei grappoli e i terreni misti di argilla e quarzo conferiscono succosità, aromi fruttati, una consistenza morbida e sentori vivaci.
     
  • Stati Uniti: coltivato soprattutto in California, si adatta bene alle giornate soleggiate e ventose del Paese, sviluppando aromi concentrati - con sfumature speziate, terrose e leggermente acidule - e una buona gradazione alcolica. Il vitigno trova una casa accogliente anche in Oregon, caratterizzato da un clima fresco in parte simile a quello della Borgogna, e da terreni vulcanici.
     
  • Sud America: con le sue notti fresche, le giornate soleggiate e i terreni alluvionali e sabbiosi, l’Argentina sfoggia un’ottima produzione di Pinot Nero, caratterizzato da aromi concentrati e da una punta acidula La produzione è degna di nota anche in Cile, dove il Pinot Nero assume sentori delicati, fruttati, erbacei e leggermente aciduli, grazie alle brezze oceaniche e ai terreni ricchi di calcare e granito.

 

Breve storia del Pinot Nero

 

Il Pinot Nero fece la sua prima comparsa nella storia della vinificazione nella regione della Borgogna, di cui è ancora una delle varietà più celebri e diffuse. Furono soprattutto i Romani a sviluppare la domesticazione di questa vite selvatica, celebrata in un documento risalente al III-IV secolo.

Nel Medioevo i monaci benedettini migliorarono il vitigno e lo utilizzarono per i riti religiosi, mentre si attribuisce al XIV secolo la comparsa ufficiale del termine Pynos o Pinoz, da cui in seguito si sarebbe sviluppato il nome del vitigno, che fa riferimento alla forma dei grappoli, simili a pigne, e al colore tendente al nero degli acini.

Apprezzato dalla casata reale nel Rinascimento, il Pinot Nero iniziò a diffondersi all’estero nell’Ottocento, arrivando in Italia nella metà del secolo e conquistando in seguito anche il Nuovo Mondo.

 

 

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