Come è nato l’aperitivo?

Storia e curiosità su questo amato rito sociale

Come è nato l'aperitivo?

Data Pubblicazione: 13/01/2023

Dopo il lavoro, soprattutto il venerdì, c’è un appuntamento fisso per milioni di italiani: è l’aperitivo time! Un momento di ritrovo e di convivialità, durante il quale condividere un brindisi con gli amici e sorseggiare cocktail, vini e assaggiare stuzzicanti specialità. Vuoi sapere quando è nata questa tradizione e come si è evoluta nel corso del tempo? Ecco alcune curiosità sull’aperitivo.

 

Origini e curiosità sull’aperitivo

 

Le prime testimonianze storiche circa l’aperitivo risalgono a moltissimi anni fa, precisamente al V secolo a.C., quando Ippocrate somministrava a chi soffriva di inappetenza un vino aromatizzato, in grado di stimolare l’appetito. Il termine aperitivo, infatti, deriva dal latino aperitivus (che apre), a sottolineare l’effetto benefico di questo vino. Il vino aromatizzato di Ippocrate aveva un sapore amarognolo e solo molti secoli più tardi gli erboristi medievali riuscirono a comprenderne il segreto: a stimolare il senso di fame, infatti, non sono i sapori dolci e amabili, ma proprio quelli amari. Un segreto che porta in effetti a considerare sotto tutt’altra luce gli odierni aperitivi e in particolare molti cocktail: sono infatti per la maggior parte amarognoli, e aumentano la fame a dismisura!

 

L’aperitivo come lo conosciamo oggi: la rivoluzione del Settecento

 

L’aperitivo come lo intendiamo oggi è nato in Piemonte, esattamente a Torino, quando Antonio Benedetto Carpano creò, sul finire del ‘700, il primo liquore da aperitivo, il Vermouth. Una moda che prese piede anche (e soprattutto) grazie a Vittorio Emanuele II, che amava a tal punto il Vermouth Gancia da renderlo bevanda di corte nella seconda metà dell’Ottocento. Di che cosa si trattava? Di un vino aromatizzato con l’aggiunta di china, tuttora amato e diffuso. Anche in questo caso, il Vermouth era il bicchierino da bere prima di mettersi a tavola, proprio per mangiare con più gusto.

 

 

Le mode dell’Ottocento e la diffusione dell’aperitivo in Italia

 

Nel corso del diciannovesimo secolo l’offerta degli aperitivi cresce: a MilanoAusano Ramazzotti crea il primo spirit da aperitivo non a base di vino: l’Amaro Ramazzotti, realizzato con la combinazione di 33 erbe. In Piemonte, i produttori di vino Martini e Rossi creano il Martini Bianco, un Vermouth a base di Moscato ed erbe aromatiche lasciate a macerare. A Novara, sempre nel corso dell’Ottocento, vede la luce il Campari, creato da Gaspare Campari: anch’esso a base di erbe, veniva chiamato anche bitter, per via del gusto particolarmente amaro (in tedesco la parola Bitter significa appunto amaro).

Questi nuovi liquori divennero ben presto protagonisti nei Caffè, gli antesignani degli odierni bar, in moltissime regioni italiane, dalla Lombardia, al Veneto e al Friuli fino alla Puglia e alla Campania.

Sul finire del secolo, l’usanza di bere qualcosa prima dei pasti per stimolare l’appetito fa sì che accanto alle bevande si inizino a consumare frugali stuzzichini (soprattutto olive e salatini). È così che il nostro aperitivo inizia ad assumere i contorni ai quali siamo abituati.

 

L’evoluzione dell’aperitivo: dall'Happy Hour all’Apericena

 apericena

 

Il Novecento apre le porte a influenze internazionali, e così l’Aperitivo cambia forma. Si eredita dalla vicina Inghilterra l’usanza dell’Happy Hour, per esempio. Di che cosa si trattava, in origine? Di una trovata commerciale per aumentare i clienti nei bar: una fascia oraria, appunto, in genere tra le 18.00 e le 19.00, durante la quale le bevande erano proposte a prezzi particolarmente vantaggiosi.

Attraversata la manica, questa consuetudine sposa al prezzo scontato anche qualcosa da mettere sotto i denti, e da semplici stuzzichini si inizia a passare a piatti più sostanziosi e variegati.

Nelle grandi città la mania dell’Aperitivo fiorisce nel corso degli ultimi vent’anni, diventando anziché un piccolo spuntino prima di cena una vera e propria alternativa. L’Apericena è proprio questo: occasione di ritrovo per chi esce dal lavoro e brinda in compagnia, davanti a buffet particolarmente ricchi.

 

 

Le influenze estere e i drink più amati per l’aperitivo

 

C’è dunque qualcosa di britannico nella tradizione italiana dell’aperitivo, ma anche qualcosa di ereditato dalle tapas spagnole, il tradizionale aperitivo iberico nato dall’antica usanza di coprire il bicchiere di vino nelle osterie con un pezzo di pane o prosciutto (tapar, appunto, significa tapparecoprire). Nel corso dei secoli, la consuetudine si è affermata e arricchita con un’offerta di stuzzichini saporiti e vere e proprie chicche della cucina tradizionale. Tutte queste delizie possono essere accompagnate da tantissimi tipi di alcolici: il più diffuso è sicuramente lo Spritz, il Pirlo, l’Americano, il Negroni Sbagliato, inventato a Milano negli anni ‘50, indubbiamente le bollicine, sinonimo di aperitivo, e ancora vino, birra, bevande Ready to Drink, ma anche cocktail con vino e frutta o a base di Vodka e Gin.

 

 

Ora che conosci la storia dell’aperitivo e le sue origini, non ti resta che invitare i tuoi commensali e ordinare su Giordano tutto quello che ti serve per un aperitivo da ricordare, dalle specialità fino alle bollicine e agli spirit!

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